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La Nostra Storia
Da oltre 150 anni al servizio della Comunita'
Il fuoco: dannoso oppure utile?
Questo dilemma lega indissolubilmente l'uomo alla scinitlla. La storia del fuoco, nei suoi aspetti dannosi, diventa il filo conduttore per narrare la nascita e lo sviluppo degli odierni Pompieri.
Il potenziamento della difesa antincendio non può essere separato dalla storia dell'insediamento umano e dell'edilizia in genere, perchè l'idea della lotta all'incendio nasce unicamente come reazione all'esperienza distruttiva delle fiamme.
Gli interventi di prevenzione, gli sviluppi normativi e le procedure assicurative sono l'affinamento di questo processo nel tempo. L'uomo ha migliorato costantemente non solo la dotazione tecnica, ma ha pure perfezionato un sistema di norme comportamentali, per prevenire l'insorgere di eventi calamitosi, determinati dagli elementi naturali di base: terra, aria, acqua, fuoco. Tra tutti sono le fiamme quelle che provocano il terrore più cieco e la più vivida disperazione.
Non si può comprendere pienamente che cosa rappresentase un incendio nel passato, se non si richiama alla memoria l'aspetto architettonico delle nostre terre. La sopravvivenza era legata ai prodotti di una stentata agricoltura e di una magra pastorizia. Non ci si poteva certo aspettare che le case fossero di pietra, se non in rari casi. Di legno erano non soltanto gli infissi e le travature, ma anche le coperture dei tetti, i solai, i poggioli, le scale esterne ed interne. Nei sottotetti il fieno veniva stipato per l'inverno, in contatto con le canne fumarie provenienti dai piani inferiorie costruite con materiali, spesso di scarto, reperiti in loco.
Accanto agli edifici principali sorgevano ripostigli semiaperti, rinchiusi alla meglio con tavole annerite dalle intemperie, in cui venivano conservati legna, fogliame, pali ed attrezzi.
Si può facilmente comprendere come, in circostanze di questo genere, il pericolo d'incendio rappresentasse per la Comunità una delle principali preoccupazioni.
Per di più, fino al temrine del XVIII° secolo, ogni tentativo di spegnimento fu affidato per molto tempo alla partecipazione spontanea ed occasionale dei vicini, ma spesso folla significava autoarchia, anonimato e confusione, laddove si richiedevano invece coordinamento, autocontrollo, ordine ed efficienza.
Gradualmente le operazioni di spegnimento vennero affidate a persone incaricate di intervenire sul luogo dell'incendio con i macchinari e gli attrezzi necessari, anche se, in un primo momento, non formavano un Corpo con veste legale ed organizzato in maniera capillare, cosi come lo conosciamo oggi.
I primi documenti, che testimoniano l'esistenza di un Corpo vero e proprio di Vigili del Fuoco a Civezzano, risalgono al 1852. Si tratta di testimonianze di vario genere, dalla descrizione di interventi, alla richiesta di materiali, all'elenco delle spese sostenute per mantenere il gruppo.
Il primo scritto, che si occupa in maniera compiuta e dettagliata della storia dei Pompieri Zappatori di Civezzano, è il primo Statuto della Compagnia. Il commandante dell'epoca, Andrea Ravagni, si occupò di redigere il primo Regolamento ed il primo Statuto di Costituzione.
"STATUTO DELLA COMPAGNIA POMPIERI-ZAPPATORI DI CIVEZZANO". La prefarazione, intitolata "Origine della Compagnia", riporta come nell'anno 1837 "..il Comune di Civezzano, per impulso dell'i.r Autorità politica, faceva acquisto della piccola macchina Nr. 1, 24 secchie di corame, alcuni ramponi, manaie, e scale a mano per uso degli incendi, e nominava 8 uomini, i quali sotto la direzione dell'i.r. Cancellista politico del giudizio, dovessero custodire, trasportare sul luogo dei sinistri, e maneggiare tali oggetti, cui per ricompenso si pagava annualmente f.1 MI. per cadauno, oltre ad una dieta per le straordinarie prestazioni, come D.to Giud. 6 Dicembre 1848 Nr.3837".
Fino ad arrivare ad oggi, con un organico di 39 vigili attivi, 6 vigili fuori servizio e
13 vigili allievi.
I Mezzi
Mercedes Atego 1629
Autobotte con 3.000 lt d’acqua,
200 lt di schiuma. Utilizzata per incendi civili ed industrali.
Mercedes Unimog U100L
Minibotte con 1.550 lt d’acqua.
Utilizzata per incendi boschivi e supporto all’autobotte.
Volkswagen Trasporter
Polisoccorso dotato di pinze idrauliche, utilizzato per incidenti stradali e interventi tecnici.
Volkswagen Amarok
Pick Up dotato di moduli scarabili e verricello 35 q. Utilizzato come mezzo di supporto e intervento rapido.
Iveco Daily 4×4
Furgone dotato di moduli scarabili. Utilizzato come mezzo di supporto e interventi tecnici.
Land Rover Defender 90
Fuoristrada dotato di vericello 20 q. Utilizzato come mezzo di trasporto persone e traino carelli.
Fiat Ducato
Furgone 9 posti, utilizzato come
mezzo di trasporto persone, materiali e traino carelli.