Chi Siamo

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Gianluca Schmid

Ispettore Distretto Trento
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Michele Bertoldi

Comandante
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Lorenzo Puel

Vice Comandante
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Martino Ciola

Capo Plotone
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Mattia Facchinelli

Capo Plotone
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Niccolò Scartezzini

Capo Squadra
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Franco Baldessari

Capo Squadra
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Luigi Casagrande

Capo Squadra – Istruttore Allievi
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Massimo Puel

Capo Squadra – Istruttore Allievi
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Nicola Leonardi

Vigile
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Denise Bampi

Vigile Segretaria
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Thomas Adami

Vigile Autista
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Alessia bampi

Vigile
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Daniele Pacher

Vigile Autista
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Maurizio Bampi

Vigile Autista
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Marco Facchinelli

Vigile Autista
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Daniele Cesario

Vigile
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Nicola Parisi

Vigile Autista
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Gilberto Caresia

Vigile Autista
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Davide Gadotti

Vigile
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Mirko Degasperi

Vigile
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Diego Puel

Vigile
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Alex Degasperi

Vigile
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Andrea Molinari

Vigile Autista
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Alessio Facchinelli

Vigile Autista
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Sara Puel

Vigile
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Samuele Franceschini

Vigile
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Francesco Scartezzini

Vigile
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Matteo Grisenti

Vigile
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Fabrizio Taini

Vigile Autista
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Alessandro Scartezzini

Vigile Autista
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Martina Scartezzini

Vigile Cassiera
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Daniel Molinari

Vigile Autista Magazziniere
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Roberto Tilaro

Vigile
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Simone Tomasi

Vigile
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Simon Tonelli

Vigile
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Matteo Molinari

Vigile Autista

La Nostra Storia

Da oltre 150 anni al servizio della Comunita'

Il fuoco: dannoso oppure utile?
Questo dilemma lega indissolubilmente l'uomo alla scinitlla. La storia del fuoco, nei suoi aspetti dannosi, diventa il filo conduttore per narrare la nascita e lo sviluppo degli odierni Pompieri.
Il potenziamento della difesa antincendio non può essere separato dalla storia dell'insediamento umano e dell'edilizia in genere, perchè l'idea della lotta all'incendio nasce unicamente come reazione all'esperienza distruttiva delle fiamme.
Gli interventi di prevenzione, gli sviluppi normativi e le procedure assicurative sono l'affinamento di questo processo nel tempo. L'uomo ha migliorato costantemente non solo la dotazione tecnica, ma ha pure perfezionato un sistema di norme comportamentali, per prevenire l'insorgere di eventi calamitosi, determinati dagli elementi naturali di base: terra, aria, acqua, fuoco. Tra tutti sono le fiamme quelle che provocano il terrore più cieco e la più vivida disperazione.

Non si può comprendere pienamente che cosa rappresentase un incendio nel passato, se non si richiama alla memoria l'aspetto architettonico delle nostre terre. La sopravvivenza era legata ai prodotti di una stentata agricoltura e di una magra pastorizia. Non ci si poteva certo aspettare che le case fossero di pietra, se non in rari casi. Di legno erano non soltanto gli infissi e le travature, ma anche le coperture dei tetti, i solai, i poggioli, le scale esterne ed interne. Nei sottotetti il fieno veniva stipato per l'inverno, in contatto con le canne fumarie provenienti dai piani inferiorie costruite con materiali, spesso di scarto, reperiti in loco.
Accanto agli edifici principali sorgevano ripostigli semiaperti, rinchiusi alla meglio con tavole annerite dalle intemperie, in cui venivano conservati legna, fogliame, pali ed attrezzi.

Si può facilmente comprendere come, in circostanze di questo genere, il pericolo d'incendio rappresentasse per la Comunità una delle principali preoccupazioni.
Per di più, fino al temrine del XVIII° secolo, ogni tentativo di spegnimento fu affidato per molto tempo alla partecipazione spontanea ed occasionale dei vicini, ma spesso folla significava autoarchia, anonimato e confusione, laddove si richiedevano invece coordinamento, autocontrollo, ordine ed efficienza.
Gradualmente le operazioni di spegnimento vennero affidate a persone incaricate di intervenire sul luogo dell'incendio con i macchinari e gli attrezzi necessari, anche se, in un primo momento, non formavano un Corpo con veste legale ed organizzato in maniera capillare, cosi come lo conosciamo oggi.

I primi documenti, che testimoniano l'esistenza di un Corpo vero e proprio di Vigili del Fuoco a Civezzano, risalgono al 1852. Si tratta di testimonianze di vario genere, dalla descrizione di interventi, alla richiesta di materiali, all'elenco delle spese sostenute per mantenere il gruppo.
Il primo scritto, che si occupa in maniera compiuta e dettagliata della storia dei Pompieri Zappatori di Civezzano, è il primo Statuto della Compagnia. Il commandante dell'epoca, Andrea Ravagni, si occupò di redigere il primo Regolamento ed il primo Statuto di Costituzione.
"STATUTO DELLA COMPAGNIA POMPIERI-ZAPPATORI DI CIVEZZANO". La prefarazione, intitolata "Origine della Compagnia", riporta come nell'anno 1837 "..il Comune di Civezzano, per impulso dell'i.r Autorità politica, faceva acquisto della piccola macchina Nr. 1, 24 secchie di corame, alcuni ramponi, manaie, e scale a mano per uso degli incendi, e nominava 8 uomini, i quali sotto la direzione dell'i.r. Cancellista politico del giudizio, dovessero custodire, trasportare sul luogo dei sinistri, e maneggiare tali oggetti, cui per ricompenso si pagava annualmente f.1 MI. per cadauno, oltre ad una dieta per le straordinarie prestazioni, come D.to Giud. 6 Dicembre 1848 Nr.3837".

Fino ad arrivare ad oggi, con un organico di 39 vigili attivi, 6 vigili fuori servizio e
13 vigili allievi.





I Mezzi

Mercedes Atego 1629

Autobotte con 3.000 lt d’acqua,
200 lt di schiuma. Utilizzata per incendi civili ed industrali.

Mercedes Unimog U100L

Minibotte con 1.550 lt d’acqua.
Utilizzata per incendi boschivi e supporto all’autobotte.

Volkswagen Trasporter

Polisoccorso dotato di pinze idrauliche, utilizzato per incidenti stradali e interventi tecnici.

Volkswagen Amarok

Pick Up dotato di moduli scarabili e verricello 35 q. Utilizzato come mezzo di supporto e intervento rapido.

Iveco Daily 4×4

Furgone dotato di moduli scarabili. Utilizzato come mezzo di supporto e interventi tecnici.

Land Rover Defender 90

Fuoristrada dotato di vericello 20 q. Utilizzato come mezzo di trasporto persone e traino carelli.

Fiat Ducato

Furgone 9 posti, utilizzato come
mezzo di trasporto persone, materiali e traino carelli.

La Caserma

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Ingresso

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Antenne

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Spogliatoi

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Spogliatoi

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Spogliatoi Allievi

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Lab. Autoprotettori

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Lab. Autoprotettori

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Officina

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Sala Radio

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Sala Radio

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Sala Radio

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Bar

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Bandiera del corpo